Le Biotecnologie acquatiche (Blu) riguardano la manipolazione di componenti tissutali e cellulari microscopici offerti dalla biodiversità degli ecosistemi e dagli organismi acquatici, specialmente da quelli marini, volte a ottenere materie prime, cibo, composti nutrizionali, cosmetici, farmaci e persino energia. Si tratta di un comparto economico in crescita che rappresenta circa il 40% del settore Biotech italiano.1
Un grande slancio allo sviluppo delle Blu è atteso grazie agli investimenti europei come per esempio con la creazione di un nuovo programma europeo di cooperazione Interreg MED, coordinato dall’ENEA, che coinvolge 300 attori chiave delle biotecnologie blu nel mediterraneo, aumentando la loro capacità di innovazione e cooperazione.2 Il progetto B-Blue ha inizialmente selezionato cinque siti: il golfo di Manfredonia in Italia, il Mar Menor nella Murcia in Spagna, l’area di Tolone in Francia, il golfo di Salonicco in Grecia e quello di Portorose in Slovenia. Ognuno dei cinque laboratori-pilota sarà impegnato nello sviluppo di soluzioni innovative per ottenere sostanze utili da spugne, alghe e dai gusci dei molluschi triturati, ad esempio, per aumentare la resistenza delle uova (e quindi anche la produttività nell’industria avicola) per l’utilizzo di microalghe per la bonifica di siti marini contaminati e per produrre energia.

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