Alla fine del 1800, il monaco austriaco Gregor Mendel fece i suoi primi esperimenti sul colore del fiore dei piselli del suo orto dando così avvio ad una vera e propria rivoluzione concettuale e culturale. Dalla scoperta dei geni, del DNA e dei relativi meccanismi di controllo, negli ultimi cinquant’anni si è passati allo studio della biologia molecolare andando così a influenzare settori sempre più ampi della società, con un riflesso importante anche sul mondo
produttivo, tanto da definire un nuovo tipo di economia, la bioeconomia, che sviluppa soluzioni sostenibili bio based e risponde a problematiche relative alla salute, all’ambiente e al territorio.
Dagli anni ‘70, dopo i primi studi di genetica in campo medico – ricordiamo per esempio quello di A. Cao che ha definito le basi molecolari della talassemia dimostrando che il 95% dei casi in Sardegna presenta la stessa mutazione e permettendo così un’azione importante di diagnosi prenatale -, si è arrivati a descrivere sistemi molecolari sofisticatissimi, riproducibili solo nei laboratorio che dispongono di elevata tecnologia, come per esempio gli studi sulle mutazioni di alcuni geni che causano livelli variati di proteine nel sangue portando a patologie anche molto gravi.
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